Il pianeta degli dei by Zecharia Sitchin

Il pianeta degli dei by Zecharia Sitchin

autore:Zecharia Sitchin [Sitchin, Zecharia]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Art, History, Prehistoric & Primitive
ISBN: 9788858509654
Google: KWWkAAAAQBAJ
editore: EDIZIONI PIEMME
pubblicato: 2013-09-04T18:51:21+00:00


40 40 20 22 22

La linea superiore del successivo segmento non dice più “cielo cielo”, ma

“canale canale 100 100 100 100 100 100 100”. Si distingue inoltre una sorta di schema in questo segmento che ci è giunto, purtroppo, molto danneggiato. Lungo una delle linee è incisa la parola “Ashshur”, che può significare “Colui che vede” o “vedente”.

Il settimo segmento è troppo lacunoso per fornirci altre informazioni; le poche sillabe che riusciamo a distinguere significano “lontano lontano… vista vista”, e l’istruzione è “premere”. L’ottavo e ultimo segmento, però, è quasi completo. Linee direzionali, frecce e iscrizioni indicano un percorso tra due pianeti. Le iscrizioni di “sollevare montagna montagna” rivelano quattro serie di croci, due volte con la scritta “carburante acqua cereali” e due volte

“vapore acqua cereali”. Questo segmento ha a che fare con i preparativi del volo verso la Terra o con lo stoccaggio degli alimenti per il viaggio di ritorno verso il Dodicesimo Pianeta? Propendiamo per la seconda ipotesi, poiché la linea con la freccia che punta verso il luogo dell’atterraggio sulla Terra termina, all’altra estremità, con un’altra “freccia” rivolta nella direzione opposta e recante la scritta “Ritorno”.

Quando Ea fece in modo che “Adapa prendesse la via del Cielo” e Anu lo scoprì, disse:

Perché Ea, a un umano indegno ha svelato il piano CieloTerra rendendolo superiore agli altri, facendo per lui uno Shenù.

Nel planisfero che abbiamo appena decifrato, ciò che vediamo è proprio una mappa di questa rotta, del “piano CieloTerra”: con segni e parole i Nefilim ci hanno illustrato la rotta tra il loro pianeta e il nostro.

Alcuni testi antichi che trattano delle distanze tra corpi celesti ci risultano assolutamente incomprensibili e inspiegabili a meno che non li interpretiamo nell’ottica di viaggi spaziali dal Dodicesimo Pianeta. Uno di questi testi, rinvenuto tra le rovine di Nippur e databile a circa 4.000 anni fa, è oggi conservato nella Collezione Hilprecht all’Università di Jena, in Germania. O. Neugebauer (The Exact Sciences in Antiquity, «Le scienze esatte nell’antichità») accertò che la tavoletta era senza dubbio una copia di un originale precedente; essa fornisce le proporzioni delle distanze celesti a cominciare da quella tra Luna e Terra e proseguendo poi nello spazio fino a sei altri pianeti.

La seconda parte del testo sembra fornire le formule matematiche per risolvere un certo problema interplanetario, stabilendo (secondo alcune interpretazioni): 40 4 6 40 x 9 è 6 40

13 kasbu 10 ush mul shu. pa

eli mul GIR sud

40 4 20 6 40 x 7 è 5 11 6 40

10 kasbu 11 ush 6+ gar 2 u mul GIR tab

eli mul shu. pa sud

Non c’è pieno accordo, tra gli studiosi, sull’interpretazione da dare alle misurazioni contenute in questa parte del testo (il custode della Collezione Hilprecht di Jena mi ha recentemente scritto una lettera suggerendomi una nuova lettura dei dati). È chiaro, comunque, che quelle che sono qui misurate sono le distanze da shu. pa (Plutone). Soltanto i Nefilim, che attraversavano le orbite planetarie, avrebbero potuto elaborare tali formule, anche perché soltanto loro avevano bisogno di questi dati.



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